i.Empoli

Varie ed eventuali che mi passano per il capo su Empoli e dintorni in Toscana.

lunedì, giugno 19, 2006

Il Corpus Domini


Questa festa ha da sempre avuto un grande rilievo a
Empoli, sia per la particolare solennità con
cui veniva celebrata, sia per le iniziative parallele come la "fiera", e i fuochi
che la accompagnano.

La festa Corpus Domini infatti era animata da vari giochi pubblici e quello più famoso era il
“Volo dell’asino”, che è stato celebrato fino al 1860.

La sera della festa, terminati i Vespri, un povero asinello
asino era portato sul campanile
della Collegiata, imbracato con due cinghie al basto munito di ali di legno e
fatto “volare” o meglio precipitare con una doppia
carrucola verso l’estremità opposta della
piazza, in corrispondenza del Palazzo Ghibellino dove andava a schiantarsi su una
delle colonne.


Secondo alcune fonti questa rappresentazione venne organizzata nel 1397, dopo la presa da parte delle truppe di Empoli del castello di San Miniato al Tedesco, ritenuto all'epoca inespugnabile. Gli eventi, misto fra storia e leggenda, raccontano che Silvera, colonnella dei sanminiatesi, al messaggero empolese che intimava la resa risposte "Rispondi pure ai tuoi gran generali che se non hanno altri moccoli che questi andranno a letto al buio, gli asin pria volar di posta si vedranno pel ciel, che la forte città coi suoi paesi cada in poter giammai degli empolesi".

Gli empolesi escogitarono allora uno strattagemma, raggrupparono tutte le capre e le pecore del contado e dopo averle radunate nella valle ad ognuna fu appeso un lumino al collo e alle corna. Di notte il capitano Cantino Cantini si presentò sotto le mura di San Miniato con duemila fanti empolesi a chiedere la resa della città: "Son Cantino della Valle con mill'omini alle spalle, e se questi un son bastanti, laggiù ce n'è altrettanti".

Lanciato lo sguardo nella valle si vedeva un brulichio di migliaia di lumini che si muovevano verso San Miniato. La resa fu immediata e furono aperte le porte della città agli empolesi che lo conquistarono senza colpo ferire. Quando le pecore si avvicinarono e fu scoperto l'inganno fu troppo tardi, i samminiatesi erano stati disarmati.

Il feudatario di San Miniato che si era arreso venne invitato ad Empoli "dove avrebbe visto gli empolesi far volare anche lo ciuco per il cielo di Empoli". Infatti, per commemorare la grande vittoria, i Senatori di Empoli ordinarono che il giorno seguente si facesse festa e che dal campanile un asino doveva volar per confermare le parole degli sconfitti.

Possiamo solo immaginare come poteva essere l'atomosfera del tempo
in piazza dei Leoni dalle poche immagini in bianco e nero che ci restano e dal detto che
tramandano tutti i genitori ai propri figli "O studiar con impegno ed esser uomini, o in Empoli volar pel Corpus Domini".